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Succede spesso quando la linea è sottile, o ancora più spesso se la linea di demarcazione, fra il lecito e l’illecito, diventa un concetto strumentale da giostrare contro o a favore a seconda del vento. Succede a Le Kram, al nord della Tunisia, in una cittadina che da sul golfo fra Tunisi e Cartagine. Sfruttando il cattivo vento dei tempi attuali, un sindaco in odore di autoproclamazione, sulla scia di antichi usi, si ammanta di religiosita e impone, in emergenza, Sandouk el Zeket : una sorta di fondo di solidarietà islamico previsto dal Corano con carattere prettamente religioso e di competenza esclusiva dell’autorità religiosa. Insomma, nel bel mezzo della pandemia e dello stress governativo, il suddetto sindaco, l’avvocato Fathi Laayouni, eletto tra le fila di un partito a maggioranza islamica, chiede nientemeno che donazioni in denaro all’afflitto popolo di Le Kram, e cita per di più la Sharia per sostenere la creazione del fondo stesso, spiegando che vi è già una legge, in vigore dal 9 maggio 2018, relativa al Codice degli enti locali, che autorizza i comuni a creare fondi specifici « per garantire servizi pubblici ai cittadini ». Peccato che in questo frangente le prerogative siano ben altre.

La formazione del fondo è dichiaratamente illegale. Chedly Bouallègue, governatore di Tunisi, cita l’articolo 6 della Costituzione tunisina che sancisce : « Lo Stato è il guardiano della religione »,  rammentando quindi che i temi religiosi non sono prerogativa dello Stato, il quale non può far altro che vigilare. E promette, in conformità al suo ruolo, che le autorità provinciali presenteranno subito un ricorso contro la decisione del municipio di Le Kram, rivolgendosi financo al tribunale amministrativo. Tuttavia l’annuncio della creazione del Fondo per lo Zaket, per la prima volta in assoluto in Tunisia, ha già sollevato gli animi della politica e delle organizzazioni laiche di tutto il Paese. Lo Stato civile e modernista è sotto attacco.

Un emendamento proposto dal partito islamico Ennahdha, relativo appunto alla creazione di un Fondo per lo Zaket, era già stato respinto in parlamento lo scorso 10 dicembre da ben 93 deputati.

Il Partito desturiano libero, Pdl, di formazione anti-islamista, ma nostalgico del passato regime di Ben Ali, ha parlato di un « deliberato e pericoloso attacco alla Costituzione del Paese».

LOsservatorio nazionale per la difesa del carattere civile dello Stato ha apostrofato il gesto impavido del sindaco « tentativo di strumentalizzare le basi dello Stato moderno e civile ».

Di contro il ministro della Salute, Abdellatif Mekki, esponente del partito islamico maggiorittario Ennahda, ha assicurato che i comuni hanno tutto il diritto di creare un Fondo per lo Zaket autonomamente, forzando di fatto le regole religiose in primis e dello Stato. Eppure la Costituzione recita chiaramente quali siano le competenze dello Stato e quali no.

Da tutte le parti del Paese i laici civili insorgono offesi, come lo furono forse i popolani durante le 5 giornate di Milano. Orrore ! Chiedere indulgenze in terra di Islam ! Caduta nel baratro dell’oscurantismo approfittatore. Per finanziare cosa esattamente ?

Di seguito una mozione firmata da moltissimi esponenti del mondo laico e civile tunisino e indirizzata alle massime istituzioni del Paese, in segno di protesta, ma soprattutto indignazione, per aver sorvolato con troppa superficialità su terreni incandescenti e al confine con un territorio in fiamme…

Lo Stato civile è in pericolo. Mozione di Azza Badra

« Articolo 2 della costituzione tunisina : « La tunisia è uno stato civile fondato sulla cittadinanza, sulla volontà del popolo e sullo stato di diritto. Il presente articolo non  può essere oggetto di revisione »

In un momento in cui l’intera umanità è in pericolo a causa della pandemia causata dal corona virus, e tutti i popoli sono uniti in un unico sforzo per affrontarla, la Tunisia, che con la sua Rivoluzione è stata esempio di Democrazia nel mondo, oggi si trova in pericolo nell’essenza stessa del suo Stato Civile, proprio per l’assenza di quei principi democratici per cui ha lottato. 

Da qualche tempo assistiamo ai tentativi di annientare lo stato civile che dividono il Paese. Lo abbiamo constatato con maggior evidenza durante le ultime elezioni legislative.

Il sindaco di Le Kram, cittadina situata fra Tunisi e Cartagine, il cui municipio è retto da un partito islamico, è un avvocato, la sua formazione, dovrebbe ricordargli quei valori che sta calpestando, appresi all’Università Bourghiba che ha fatto di lui l’avvocato che è e non quello che è diventato : un usurpatore delle libertà e un pirata attraverso l’appropriazione indebita della Costituzione.

Questo sindaco, spesso noto per le sue decisioni insindacabili e anticostituzionali, quali l’imposizione ai nuovi genitori di nomi riferentesi al corano, non ha smesso di farsi notare, instaurando oggi il fondo di solidarietà islamica Sandouk el Zeket, violando così i fondamenti essenziali della libertà e costituendo un fatto inedito, dall’indomani dell’indipendenza della Repubblica tunisina civile.

Questo sindaco sta andando fino in fondo. Credendosi immune e impermeabile alla Costituzione, si sente al di sopra di tutte le leggi. Il silenzio assordante del Presidente della Repubblica e del capo del Governo ci chiama in causa.

Questo sindaco, tuttavia, beneficia dell’avallo del Ministero della Salute, e qui sorgono alcune domande, mentre il Ministero di tutela e il Governatore di Tunisi si sono pronunciati contro.

L’essenza stessa della nostra tunisinità è in pericolo a causa di questi T.G.M : tunisini geneticamente modificati. Questo Sindaco continua, quindi, il suo cammino nella destrutturazione del nostro paese, instaurando Sandouk el Zeket, un fondo di carità islamica di stampo religioso, in disaccordo con l’essenza dello Stato civile di cui il municipio è espressione. Lo Stato possiede già tutte le strutture necesssarie, nonché fondi di solidarietà nazionale.

Questo progetto è anticostituzionale financo nel terreno religioso. Così come è stato concepito, per la religione musulmana Sondouk el Zeket deve riferirsi al concetto di libero dono : dono di quello che voglio, quando voglio e a chi voglio.

Il Ministero degli Affari religiosi è l’unica l’istituzione dello Stato che avrebbe la legittimità di istituire Sondouk el Zeket.

Il Corano è chiaro su questo punto, l’entità del dono è in funzione delle proprie possibilità, e la donazione è un’azione che deve avvenire in assoluta libertà.

El Zekket è incontestabilmente uno dei cinque pilastri dell’Islam e non rientra nelle competenze di una municipalità. Noi tutti siamo naturalmente a favore del dono e del volontariato senza i quali uno Stato non potrebbe funzionare. Molte associazioni umanitarie si sono specializzate proprio nella salvaguardia del nostro Paese. Sono loro che ci ricordano la nostra umanità.

La creazione di Sondouk el Zeket come è stato concepito da questo Sindaco è invece solo un ennesimo episodio, una nuova tappa dell’estremismo verso il quale vogliono portarci questi TGM, approfittando del momento delicato che sta vivendo il pianeta intero, occupato a fronteggiare l’emergenza Covid, per agire destrutturando le basi stesse dello stato civile in Tunisia.

Noi diciamo NO. Noi siamo presenti, attivi e non lasceremo mai il campo vuoto.

Loro non riusciranno a mettere contro i cittadini di una stessa nazione, sarebbe ridicolo e superato. I veri credenti sono resistenti a questi argomenti. Questo è il fondamento stesso della nostra Nazione. Uno stato civile. Ribadiamo l’articolo 2: « La tunisia è uno stato civile fondato sulla cittadinanza, sulla volontà del popolo e sullo stato di diritto. Il presenente articolo non può essere oggetto di revisione »

Sindaco di Kram, Voi non potete in alcun modo modificare questo articolo. State commettendo un reato costituzionale punibile per legge.

Presidente della Repubblica, Voi siete il garante della costituzione.  

Capo del Governo, noi ci aspettiamo una Vostra azione che metterà fine alle azioni antocostituzionali.

Gli Stati civili di tutto il mondo danno la possibilità di fare donazioni attraverso l’un per mille delle imposte sul reddito alle organizzazioni sia religiose che laiche, alle opere civili o religiose legalmente riconosciute, agli ospedali, e alla ricerca scientifica, in trasparenza e legalità.

Noi intendiamo sfruttare questo episodio per sensibilizzare il resto del mondo che vede in noi un esempio, nella reattività della nostra societa civile e come fautori di un processo democratico, nel rispetto delle leggi e delle libertà, conformemente alla Costituzione, agli accordi e alle convenzioni internazionali ratificate dal nostro Paese, ricordando che, quando la tunisia tossisce, l’Europa soprattutto si ritrova la polmonite ( Certo! direte : abbiamo già il Covid-19 ! ).

Questo per mettere l’accento sul fatto che la stabilità della Tunisia è fondamentale per mantenere la pace in una regione che ha il vicino libico in piena effervescenza e instabilità. »

Azza Badra

Sociologue – Anthropologue

Activiste dans la Société Civile 

Soha Ben Slama

Coordinator ITE

International Tribunal on Evictions

Activiste dans la Société Civile

Ayda Ben Chaabane

Prof à l’éducation Nationale

Activiste Société Civile

Faouzia Chaabane

Présidente Association SAWN

Pour la protection des enfants, adolescents contre la violence et les abus sexuel

Activiste dans la Société Civile

Aziza Mzoughi Tunisie

Directrice Capital Humain

Activiste dans la Société Civile

Zohra Karafi

Assureur retraité Belgique

Activiste dans la Société Civile

Sami Ben Hamida

Tour Operator Italie

Activiste dans la Société Civile

Oufa Bouziri

Comptable Genérale France

Activiste dans la Société Civile

Fatma Ghorbal

Secrétaire Generale ONG Femmes et Dignité

Activiste dans la Société Civile

Zahra Marrakchi

Présidente ONG Femmes et Dignité

Prof et chef de service de Néonatologie

Activiste Société Civile

Nadia Saiji

Artiste chorégraphe

Activiste Société Civile

Nabila Hamza

Sociologue

Activiste Société Civile

Hajer Bahri

Medico

Activiste Société Civile

Sana Mahfoudh

Insegnante universitaria

Activiste Société Civile

30 Maggio 2020

Articolo di Elena Beninati