Mio ultimo pomeriggio tunisino in Avenue Bourguiba, al Caffè de Paris incontro il Professore Umberto Pappalardo, archeologo conosciutissimo napoletano e professore ospite all’Università El Manar di Tunisi, che mi presenta la ricercatrice Ezzazia Swuilmi, dottoressa in letteratura italiana e vincitrice del dottorato in studi letterari e linguistici all’Orientale di Napoli.
Kais Saied è appena stato eletto, mi chiedo cosa ne pensino gli studenti e i giovani tunisini all’indomani delle elezioni e se abbiano compreso realmente l’equivoco, quantomeno linguistico, del programma, non scritto, del nuovo presidente… Chiedo a Ezzazia come mai i giovani abbiano votato (lei è una di loro) un uomo che ha ribadito, verbalmente, di opporsi ai tentativi di liberalizzazione del Paese dal punto di vista dei diritti umani e in tema di pena di morte, eredità, e omosessualità.
La riposta è nell’intervista e, devo aggiungere, mi lascia un po’ perplessa sui pronostici di questo Paese che ho amato abbastanza.
I giovani, costituiscono la maggior parte dell’odierno popolo tunisino, sono vogliosi di cambiamento ma … al momento i problemi economici vanno per la maggiore! Mantengo la mia perplessità sul giustificazionismo che leggo fra le righe e procedo con la domanda successiva: di cosa si occuperà una giovane laureata tunisina all’università Orientale napoletana?
Gli incroci letterari fra il mediterraneo e il medioriente negli occhi, e fra le righe, di poetesse nordafricane e mediorientali di seconda e terza generazione. Ezzazia cita alcuni nomi che, sinceramente io non conosco, Gabriella Ghermandi, Leila Balia, Gabriella Colovilla. Colgo lo spunto e mi informo sui loro componimenti. Ecco, spero che la mia curiosità sulle poetesse d’oltre mare possa essere la stessa che, in senso opposto, contagi, in politica, i ragazzi dell’altra sponda.
Grazie al prof. Pappalardo per la cortese concessione dell’intervista.
Elena Beninati
Tunisi Novembre 2019
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